I segreti di una pista da campioni, ovvero il viaggio nella realizzazione dei manti Mondo
Bahamas, 25 maggio 2014. All’interno del Queen Elizabeth Sports Centre, lo stadio Thomas A. Robinson ospita gli IAAF World Relays, i campionati del mondo di staffetta. È solo la prima edizione, ma i risultati hanno fatto registrare tre record mondiali e le migliori prestazioni stagionali in tutte le dieci discipline che si sono corse nei due giorni dell’evento. Sotto le maglie degli atleti, cuori palpitanti ed emozione a mille. Sotto le loro scarpe, Mondo Sportflex Super X 720, l’ultima pista nata in casa Mondo, che ha conquistato ancora una volta il pianeta Atletica.
Ma cosa c’è dietro questa pista? E come nasce? Vale la pena cominciare tutto dall’inizio e ripercorrere il viaggio che ha portato a questo straordinario risultato.
“Dietro una pista da record ci sono anni di studio, di ricerca e di esperienza” racconta Maurizio Stroppiana, Direttore Generale della Divisione Pavimento Sportivo di Mondo.
“Una pista di atletica è un prodotto che nasce solo da ingredienti di prima qualità. Materie prime selezionate con grande cura, controlli produzione eseguiti durante tutto il processo di lavorazione per garantire omogeneità ai “fogli” che comporranno la pista, una ricerca costante per continuare sempre a superare i nostri limiti”. A determinare il successo di un prodotto come Mondo Sportflex Super X 720 c’è un’orchestra di elementi che garantiscono risultati eccellenti solo se suonati dalla “mano” di un’azienda che ha più di 60 anni di esperienza alle spalle. “Questa è una pista completamente Made in Italy”, racconta Stroppiana. “È stata progettata e prodotta nello stabilimento di Alba”. Ed è proprio lì che siamo andati.
A pochi chilometri da Alba, in provincia di Cuneo, sorge lo stabilimento Mondo, quello che ha dato alla luce la pista dei record protagonista dello IAAF World Relays alle Bahamas. “Ma qui sono nate anche la pista installata a Londra per i Giochi Olimpici del 2012 e a Pechino nel 2008” ci spiega Maurizio Stroppiana, mentre ci avviciniamo all’impianto. È una fresca mattina di giugno. Osserviamo camion che vanno e vengono, alcuni sono qui per ritirare le piste finite, da posare in giro per il mondo, altri trasportano le materie prime che verranno controllate nei laboratori e preparate per la lavorazione. “In quel container ci sono i pani di polimeri” – ci spiega Stroppiana nell’immenso piazzale di 15mila mq antistante lo stabilimento. – Da lì comincia tutto”.
L’interno dello stabilimento è un concentrato di tecnologia: “Tutta la produzione è controllata automaticamente – racconta Stroppiana. – È il sistema migliore per ottenere la massima omogeneità del prodotto e un livello di qualità elevatissimo. In questo modo riduciamo drasticamente le possibilità di errore umano”.
Sotto questa immensa struttura di 40mila mq entrano quei polimeri che abbiamo visto scaricare all’ingresso ed escono rotoli di pista pronti per essere posati. In mezzo c’è un processo reso possibile solo dall’esperienza e dalla passione per la lavorazione della gomma.
Il cuore pulsante dello stabilimento di Alba, aperto 65 anni fa e oggi con 150 operai attivi al suo interno, è rappresentato dai Laboratori. “Qui viene effettuato il primo controllo qualità sulle materie prime”, ci spiega Maurizio Stroppiana. “Quando una pista va in produzione, noi abbiamo perfettamente in mente cosa dovrà uscire dalla nostra linea produttiva, ma per ottenere i risultati che vogliamo, tutto deve essere perfetto. Per questo sottoponiamo le materie prime a un immediato controllo che permette di valutare subito quella che viene chiamata viscosità di Mooney. È un parametro molto importante perché da esso dipendono la lavorabilità, la dispersione e le caratteristiche finali che avrà la pista”.
Una volta controllata la qualità delle materie prime, cosa succede? “Si procede con la seconda fase della lavorazione: la mescola”. Mentre parla, Stroppiana ci fa avvicinare a una macchina, “Questo è il Banbury – racconta. - Possiamo paragonarlo a una grande impastatrice. Qui i polimeri sono miscelati ad altri materiali come antiossidanti, acceleranti, additivi. Vede, noi possediamo la “ricetta” per fare piste insuperabili. – Aggiunge sorridendo. – Non basta avere le materie prime, serve anche il know-how. Qui siamo in grado di calibrare i dosaggi dei materiali per produrre la pista specifica per un determinato luogo e per un determinato utilizzo. Riusciamo a dare alla gomma proprietà fisico-meccaniche ineguagliate. Ciò è possibile perché conosciamo alla perfezione ogni fase della lavorazione e sappiamo sempre dove intervenire”.
La mescola avviene in due passaggi: durante la prima fase i materiali sono miscelati; durante la seconda, vengono aggiunti degli acceleranti. L’impasto ottenuto passa, quindi, nei rulli che garantiscono omogeneità alla miscelazione e viene diviso in più fogli. “Da ciascuna mescola preleviamo un foglio (sempre lo stesso: per esempio il primo o secondo…). I fogli delle diverse mescole vengono quindi raggruppati e creano la partita che comporrà la materia prima della pista. Un sistema organizzato in questo modo permette di ottenere una pista che non avrà nessun cambio di tonalità”.
Ma cosa succede al composto ottenuto dopo la mescola? Se prima abbiamo parlato di “impastatrice”, ora ci viene spontaneo parlare di “cottura”. Qualcosa del genere accade durante la fase di calandratura, quando cioè viene definita la forma finale della pista. “Per essere pronta, la nostra pista deve però essere vulcanizzata. È la quarta fase del processo. Dopo il controllo qualità, la mescola e la calandratura, con la vulcanizzazione completiamo la lavorazione. In questa fase regoliamo, per esempio, il grado di elasticità che per una pista di atletica è fondamentale” conclude Stroppiana.
“Nel corso di tutta la lavorazione, le nostre piste sono sottoposte a continui test, per valutarne le caratteristiche tecniche e la risposta elastica. Il prodotto esce dai nostri stabilimenti solo quando siamo certi che è esattamente come lo vogliamo” spiega Maurizio Stroppiana. Questa minuziosità nei controlli ha una ragione precisa: la pista permetterà agli atleti di raggiungere i risultati migliori solo se tutte le sue caratteristiche corrispondono a quanto i laboratori di Ricerca e Sviluppo hanno indicato. Lo studio necessario alla realizzazione di una pista vincente, non riguarda solo l’esperienza nella lavorazione della gomma, e non è poco, ma prende in considerazione tutta una serie di studi di biomeccanica che “ci hanno portato a definire, fra le altre cose, una forma specifica da dare all’alveolo che si trova sotto la superficie di una pista”.
Alla radice di un prodotto come questo ci sono gli studi che il dipartimento R&D di Mondo conduce avvalendosi del supporto di poli universitari internazionali e professionisti riconosciuti a livello mondiale. Lo studio che ha portato alla definizione di queste piste ha visto coinvolti personaggi come Mauro Testa, ricercatore esperto in biomeccanica. È proprio lui a raccontarci l’enorme lavoro affrontato per definire proprio la forma degli alveoli di cui parlavamo prima. "Analizzando il movimento di rotazione del piede, - racconta Testa - abbiamo modificato la forma degli alveoli che si trovano nel sottostrato della pista, a contatto con l'asfalto. Il concetto era quello di mettere a punto una superficie che permettesse il deformarsi della pista secondo il movimento del piede. Ci siamo resi conto che una forma esagonale, leggermente allungata nella direzione della corsa, aiutava l'atleta a percepire una sensazione di grande comodità e ne migliorava anche le prestazioni".
La lavorazione sapiente della gomma e la produzione di piste uniche, non sono i soli plus di Mondo. L’azienda di Alba è in grado di supportare il cliente in ogni fase della realizzazione del proprio impianto. Partendo dallo studio del progetto, passando per la posa, fino all’assistenza post vendita, il team tecnico Mondo conosce norme e regolamenti in vigore, le peculiarità legate alle diverse discipline sportive e le loro necessità prestazionali.
“Il nostro Ufficio Tecnico lavora come un alleato perfetto per architetti e imprese di costruzione – Racconta Maurizio Stroppiana. – I nostri tecnici collaborano con il progettista mettendo a disposizione tutta l’esperienza che siamo in grado di offrire. Sono tanti gli aspetti da considerare e i “trucchi” che è impossibile conoscere se non dopo tanti anni e centinaia di installazioni in tutto il mondo”.
La posa di una pista di atletica che ospiterà eventi internazionali non può essere improvvisata. “Mondo è fra le poche aziende del pianeta a garantire un’assistenza continua e completa. Ci sono tanti fattori da valutare quando si fa un’installazione. Tanto per citarne uno: i venti prevalenti. Una pista posata in un luogo ventoso deve tenere conto della forza esercitata dal vento nei confronti dell’atleta e lo studio della disposizione corretta degli anelli va eseguito con la massima precisione. Stessa precisione che bisogna avere quando sul suolo viene stesa la base di asfalto. La tolleranza, in una struttura che dovrà essere regolamentare, è minima. Il nostro supporto consiste anche in questo: presenza costante e aiuto per ottenere tutte le certificazioni necessarie alla pista. Noi sappiamo fare tutto questo, lo facciamo da anni, da sempre. La nostra esperienza è qualcosa che nessuno potrà mai imitare”.
Ora sappiamo cosa c’è dietro ai tanti record conquistati sulle piste Mondo. Il sudore e la fatica degli atleti, è vero, ma anche un prodotto unico, connubio perfetto di innovazione biomeccanica e tecnologia produttiva, che contribuisce al loro successo e ha permesso all’azienda di Gallo d’Alba di diventare punto di riferimento mondiale nel panorama dell’atletica.